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Farmacia degli incurabili

La Farmacia è senz’altro uno tra i gioielli più preziosi del patrimonio storico-artistico napoletano, un sito da non perdere dove si fondono arte, scienza e cultura.

Unica in Europa, la Farmacia del Complesso degli Incurabili è un vero capolavoro. Costruita nel XVI secolo, ampliata e decorata nelle forme attuali tra il 1740 e il 1760, è ricca di opere d’arte e ben rappresenta l’idea dell’epoca di curare anche con la bellezza. Delle centinaia di farmacie simili è l’ultima al mondo rimasta intatta. Le due sontuose sale che la compongono, chiuse per oltre trent’anni, sono state riaperte al pubblico nel 2011. Un bellissimo doppio scalone in piperno conduce nella prima sala, il cui pavimento maiolicato è opera del prestigiosissimo “atelier” dei fratelli Massa (gli stessi ceramisti che avevano realizzato le maioliche del Chiostro di Santa Chiara). La seconda è una grande sala di rappresentanza, rivestita da stupendi arredi in radica di noce e armadietti a sei ripiani con capitelli scolpiti, opera dell’ebanista Agostino Fucito. Sul soffitto un’enorme tela della metà del Settecento di Pietro Bardellino illustra una scena della Guerra di Troia: l’eroe ritratto è Achille (o forse Menelao), ma il vero protagonista è il guerriero Macaone, esperto nell’arte della medicina, che lo soccorre per curarlo con delle erbe”.

Dal volume Napoli insolita e segreta di Valerio Ceva Grimaldi e Maria Franchini, edizioni Jonglez

Nel cortile degli Incurabili, tra l’elegante piperno, le corti cinquecentesche e le antiche sale dell’ospedale si respira un barocco un po’ speciale: qui l’arte aiuta a guarire.
Il Complesso, fondato tra il 1520 e il 1522 per volontà della nobildonna catalana Maria Longoa seguito delle epidemie di peste che avevano colpito la città di Napoli, fu ampliato nel Seicento grazie a numerose donazioni mentre nel Settecento, ad opera di Domenico Antonio Vaccaro, fu creata la storica farmacia, che divenne ben presto un centro di eccellenza famoso sia per la ricerca che per la produzione di erbe medicinali. La sua riapertura si deve alla volontà del chirurgo Gennaro Rispoli che cura con passione anche il museo dell’ospedale.

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Al momento "Farmacia degli incurabili" non è in programma.





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